Pagina:Osservazioni di Giovanni Lovrich.djvu/115

nitori, perchè facciano a tempo opportuno le loro giuste vendette sopra gli uccisori. Questo costume è affatto sbandito, che che ne dica il Fortis, da’ petti de’ Morlacchi della Dalmazia, i quali generalmente non ànno la centesima parte dello spirito vendicativo degli Albanesi, ed anche questi lo conservano più co’ Turchi, che co’ loro compatriotti. Ma non dobbiamo maravigliarsi di ciò. Le più illuminate Nazioni ci ànno fornito di simili esempj; ed è noto abbastanza, che i più dotti una volta ispiravano massime, così strane agl’ignoranti.

Era uso antico, che l’uccisore di un qualche Morlacco si dovesse quietare col parentado nemico ne’ modi seguenti. La prima cosa era di stabilire una somma di dennaro, che dovea sborsare l’omicida per lo prezzo del sangue sparso, che si diceva platiti-Karvarinu. Arrivava questa somma ordinariamente a cinquanta, o sessanta Zecchini, e più, o meno, secondo la possibilità de’ rei, succedendo non di rado, che i poveri si acquietassero con qualche presentuccio di lieve rimarco. Conveniva decretar il giorno, in cui i parentadi nemici dovessero riunirsi. Compariva allora l’omicida, accompagnato da suoi nel luogo dell’assemblea colle mani giunte, e fra esse una scimitarra, rivolta colla punta in giù. Giunto alla presenza del fratello, o del più propinquo al Morlacco ucciso l’omicida s’inginocchiava, e gli venia tolta la scimitara dalle mani. Il fratello dello ucciso, od il più propinquo, che riprendeva la scimitara stessa, si rivolgeva al proprio parentado dicendo „ fratelli ecco il sanguinario del nostro parente. Volete voi, che lo ammazziamo, o che gli perdoniamo? „ Rispondevano tutti unanimi „ Perdonagli per amor di Dio. „ Pronunciata la sentenza, il reo baciava prima i pie-