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insieme e nelle tue parti sia la più corta e prometta la maggior possibile velocità. Si nega ch’ella prometta la maggior possibile diminuzione nella spesa di trasporto. "I due cardini dell’opera" stanno dunque precisamente a rovescio.
- Oss. II. Al paragrafo 4.° viene detto: “lo scopo non è tanto di passare velocemente quanto di rendere lucrosa questa velocità”. Il lucro essendo in parte proporzionato alla velocità, ogni aumento di questa influirà su quello del guadagno. Se quindi sulla strada più corta la mercede del trasporto si rende minore, tale circostanza contribuirà a rendere maggiore il trasporto sulla linea retta, sulla quale non mancheranno di affluire merci e persone dalle città vicine, non avendo che piccole distanze a percorrere per arrivare alla strada principale.
Risp. Siccome la mercede dei trasporti sulla linea delle campagne non si rende minore, ma generalmente maggiore: così non si otterrà per questo motivo una "maggiore affluenza delle persone". Le distanze da percorrersi sui bracci non sono "piccole" se giungono persino al 50, al 62, all’88 per 100 delle distanze reali e se si considera che sono corse inutili che non avvicinano alla meta. Riescono poi maggiori in atto pratico costringendo a frammischiare l’uso dei cavalli con quello delle macchine a vapore.
- Oss. III. Allo stesso paragrafo si asserisce con tutta verità, che le città del regno Lombardo-Veneto formano centri di commercio e di comunicazione. Egli è dunque giusto di avere il dovuto riguardo per le medesime. La considerazione sopra un oggetto d’importanza maggiore deve però dominare quella di minore rilievo, e come nell’assunto lo scopo primario deve essere la comunicazione diretta tra i principali punti commerciali, Milano e Venezia, dovranno essere subordinati a quello tutti i riguardi secondarj. Ma questi pure saranno tenuti meritamente di mira mediante le