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leggendo queste parole, non si può fare a meno di sorridere; ma allora, si sa, i re eran tutti tiranni e i tiranni eran tutti feroci. Niente di strano che la ferocia, in un tiranno, sembrasse persino naturale! Ricordiamoci le condizioni politiche e le aspirazioni della Rumania intorno a quell’epoca, e potremo avere un’idea sufficientemente esatta dell’impressione potente, che le due tragedie alfieriane dovettero lasciare negli animi generosi di quei giovanissimi attori. Non così nel pubblico degli ascoltatori, un pubblico di boieri e di ciocoi, che a teatro andava come a luogo di convegno, per imitare i viveurs occidentali, e poco o nulla s’interessava a quanto avveniva sul palcoscenico1. È vero che il 1818, dopo la rappresentazione della Morte dei figli di Bruto del Voltaire — e non del Giunio Bruto dell’Alfieri, come dice il Filimon2 — alcuni greci tirarono colpi di pistola e attraversarono le strade di Bucarest cantando inni patriottici3.; ma ciò riguarda i soli greci, i quali avevano fondato in Rumania una società segreta, chiamata Etairia, e solo indirettamente la popolazione rumena, la quale o non andava a teatro, o vi andava per passare la serata in un modo qualsiasi. Quando infatti, nell’autunno del 1818, Domnitza Ralù fece venire a Bucarest una



  1. Cfr. William Wilkinson, Tableau historique, gèographique et politique de la Moldavie et de la Valachie, traduit de l’anglais par Mons. de la Roquette, Paris, 1829, p. 127.
  2. Filimon, op. cit., loc. cit.
  3. Cfr. Ollănescu, op. cit., pp. 36-37: „Repertoriul era, firesce, întocmit numai din lucrari pline de cel mai cald patriotism, de virtùte, de lepădare de sine, și de ură împotriva tiraniei. Cu un asemenea material ei [patrioți greci din București] erau aprópe sigurì de a pregati bine tinerimea grècă de la noii pentru lupta suprema a neatârnării. Și aveau dreptate!... Intâia representațiune pe acèstă scenă patriotică fu tragedia lui Voltaire Moartea fiiloru lui Brutus, tradusă în elinesce de Logofèful Gheorghe Serurie. Ea avù atât de mare succes sì lasă o așà de mare întipărire în inimile spectatorilor, că la eșirea din teatru mulți Greci descarcau pistòle și cântau imnuri rasboinice pe ulițe”. [„Il repertorio era, naturalmente, composto unicamente di opere ispirate ai più caldi sensi di patriottismo, di virtù, di sacrificio e d’odio contro la tirannide. Con un tal materiale essi [i patrioti greci di Bucarest] eran quasi sicuri di preparare: bene la gioventù greca della Rumania alla lotta suprema per l’indipendenza. Ed avevano ragione!... La prima rappresentazione avvenuta su codeste patriottiche scene fu quella della tragedia del Voltaire: La Morte dei figli di Bruto tradotta dal greco dal Segretario Gheorghe Serurie ed ebbe tale successo ed una così grande influenza sull’animo degli spettatori, che all’uscita dal teatro molti greci tiravan colpi di pistola e cantavan per le strade inni guereschi”].