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deserto; il Pescator di Bione dalle acque del suo laghetto; Noi dai Fiori che coltiviamo sotto il bel Cielo d’Italia. Le delicate loro immaginette dipinte co’ lor succhi natii da nobili ed illustri donzelle quasi per man delle Grazie; le Note musicali aggiunte a’ miei gracili versi, come il suono di vigil bronzo campestre che accompagna l’ora che non è più, ravvicineranno un giorno co’ prestigi delle arti belle l’incanto soavissimo della scena originale. Tu, chiunque sii, di puri diletti amatore, a me sorridi cortese, noverando co’ Fiori i felici momenti della tua vita, che lunga ti auguro e rifiorente. Addio.