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que non esaminare la vita civile del professore. . .? S’è mandato con iscandalo sulla cattedra, e non si può levargliela senza scandalo: così si giunge a non poter soffrire nè i mali, nè i rimedi. Di questi disordini non incolpo nè ispettori, nè direttori, nè ministri, nè principi; ma i disordini esistono, e provano che il ministro dovendo consultar gl’ispettori, questi devono avere ingegno, coraggio, e volontà da non dare cattivi consigli. Devono non solo conoscere i libri e gli uomini, ma ben anche servirsene.
III. Tutti i decreti su gli studi, sui modi e su le persone si devono mantenere; nè ciò si può senza gl’ispettori, poichè l’esecuzione della legge non è commessa che alla fede di chi obbedisce, ed alla forza di chi la impone. Ma il governo non può riposare sulla fede degli uomini, se non in quanto si concilia co’ loro interessi. Se questi sono discordi della legge, trovano vie da eluderle si sottilmente, che fa d’uopo d’una sorveglianza perpetua, nè la forza si può applicare dal governo senza piena certezza della trasgressione. A sì fatta certezza nè il direttore, nè il ministro residenti perpetuamente nella capitale potranno mai giungere; e la pompa e il fracasso delle loro visite