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rarla, è tale compiacenza naturale e perpetuapoter esercitare per essa le forze che la nost natura ha riposte appositamente in noi stessi, è una soddisfazione si generosa e si inviolabile, che per questo solo piacere noi crediamo di essere compensati di tutti i sudori e di tutti i pericoli. E per sentire la verità di questa sentenza basta che ogni uomo rientri in se stesso e si richiami alla memoria le notti spese, gli ostacoli vinti, gl’interessi trascurati, le fatiche inavvedutamente quasi sofferte, le umiliazioni e gli scherni perfino superati, e solo per seguire un lavoro qualunque di scienza, di lettere, o d’arte ch’ei s’era proposto, quantun que nè da ciò si aspettasse lucro, nè si pensasse mai di esporlo alla lode d’occhio vivente, ma solo per compiacere alla forte e secreta tendenza dell’animo suo.

Queste facoltà morali sono proprietà tutte nostre, nè possono esserci violate dagli altri se non le vendiamo vilmente o ciecamente noi stessi; e siccome e per la quantità e per la qualità sono diverse in ogni uomo, così ogni uomo per seguire la natura e ritrarne i piapoceri a cui con questi doni ella lo ha riserbato, deve far l’uso maggiore e più libero delle sue facoltà, e non permettere quindi che le fal-