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impoveriscano; l’Alfieri il più celebrato tra i moderni scrittori non ristorò mai le spese della prima edizione delle sue tragedie alla quale prefisse un sonetto con quel verso
Profondo tutto in linde stampe il mio.
E chi come l’Alfieri non ha facoltà di profondere, deve spesso cercarsi un Mecenate che col premio della dedicatoria gli rifaccia le spese della stampa, o implorare come nelle collette da suoi concittadini che s’associno, non so dire se per la compassione o importunità dell’autore.
La nazione in Italia non può darvi che la sua stima e misera tra di voi a cui questa stima non è sufficente. Bensi verso agli uomini che l’hanno meritata, i governi i quali amministrano i beni del pubblico adempiono sovente a ciò che gli individui non possono fare, e questo è il frutto più onesto che un letterato nato e cresciuto povero possa sperare dalle sue fatiche. Nè solo può averne speranza, ma Socrate c’insegnò che può anche averne diritto, e palesarlo, perchè in quel giudizio ove ebbe indegnamente la morte, dopo d’essersi discolpato aggiunse che egli aveva fatto tanto di bene alla sua città, ch’essendo omai vecchio, povero, ed incapace ad altre fatiche anzichè il perdono di colpe che non avea commesse, meritava e do-