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LIBRO PRIMO 75

grotta in cui al dir loro vaticinava la Sibilla Cumana, situata alla marina e lontana da Napoli stadj centoventotto1. I Romani all’avviso che Belisario metteva in punto l’esercito per la partenza, temendo incontrare sciagure simili a quelle di Napoli, dopo maturo esame, instigati soprattutto a comportarsi com’e’ fecero dal vescovo Silverio, deliberarono per lo meglio loro di accogliere le truppe imperiali entro le proprie mura. Laonde spediscono Fidelio originario di Milano, città della Liguria, ed assessore in prima di Atalarico (magistrato detto qnestore in lingua romana) a Belisario invitandolo nella città, colla promessa che avrebbongliela ceduta senza far pruova delle armi. Il duce condusse l’esercito per la via Latina2, lasciando a sinistra la Via Appia fatta accomodare, dandole il suo

  1. Stadj cento ventiquattro, che sono miglia sedici al modo romano, ha l’Egio.
  2. Questa via cominciava dall’Appia, presso la città di Casilino, distante diciannove stadj da Capua, e da lei disgiungevasi inclinando a sinistra, mentre era tuttora vicina a Roma; poi valicava il monte Tosculano, fra la città di Toscolo e il monte Albano, discendeva alla piccola città d’Algido ed alla stazione di Picta; quindi si univa alla via Livia, la quale cominciava dalla porta Esquilina, d’onde movea anche la via Prenestina: ma lasciando poi a mano manca così quella strada come il territorio Esquilino procedeva per più che centoventi stadj, e dopo essersi avvicinata all’antico Lavico, castello diroccato sopra un’altura, sel lasciava a destra insieme con Tosculo, e finalmente a Picta si confondea colla via Latina, lontano da Roma dugento dieci stadj. (Strab. lib. 5, pag. 64.)