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42 GUERRE GOTTICHE

cemmo dapprima sperare ai Siciliani, e su de’ quali ora eglino a torto accuserebbonci di falso giuramento.»

III. Il duce ordinò in pubblico a Stefano di riferire questa sua diceria ai Napoletani, ma da solo a solo promisegli grandi premj ov’e’ riuscisse a volgere gli animi loro all’amicizia di Augusto. L’ambasciadore tornato a’ suoi narrò le cose udite da Belisario, ed aggiugnendovi il proprio consiglio dichiarava pernizioso il guerreggiare i Romani, e seco lui ne conveniva Antioco originario della Siria, ed a motivo del commercio marittimo stabilitosi da gran pezza in Napoli, ov’era tenuto in molta estimazione per la sua bontà e prudenza. Dimoravano similmente colà Pastore ed Asclepiodoto, oratori d’assai rinomanza presso quel popolo. Costoro intrinsichissimi de’ Gotti e contrarj ad ogni novità nella repubblica, concertato insieme di sturbare l’impresa, sollecitavan la plebe a proporre di molte gravi condizioni, e ad obbligare con giuramento il condottiero de’ nemici all’immediata esecuzione delle sue promesse. Scritte di questo tenore sopra un foglio tutte le domande loro, in guisa forti che disperava ognuno di vederle accolte dai Romani, consegnaronle a Stefano, il quale introdottosi nuovamente nel campo cesareo e presentato al duce il foglio interrogòllo s’e’ volesse aderire ad ogni parte del contenuto in esso, e nell’affermazione sagramentare la sua parola? Belisario promettendo che verrebbe il tutto adempito gli dà commiato. I Napoletani fatti partecipi della risposta cominciarono ad alta voce a dichiarare il consentimento loro; a gridare che si ricevesse l’esercito imperiale; a spacciare con sicurezza