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430 GUERRE GOTTICHE

netto e porrebbonsi a correre la via de’ Liguri per avere con repentino impeto la prole e le donne de’ Gotti e predarne le ricchezze. «È meglio, diceva, prevenirne i divisamenti procacciando svernare co' nostri in fidata regione; imperocchè ove riusciamo a vincerli potremo di poi franchi da timori e molestie tornare al possesso dell’isola.» Totila seguitone il consiglio lasciò truppe in quattro de’ più forti luoghi, e navigò col resto per dar fondo in Italia; tanto operossi nella Sicilia.

IV. Giovanni e l’imperiale esercito pervenuti nella Dalmazia stabilirono svernare ne’ Saloni per indi trasferirsi direttamente sul far di primavera a Ravenna. Gli Sclabeni poi, tanto quelli venuti da prima sul tenere di Augusto, quanto gli altri unitisi loro, valicato il fiume Istro, non guari dopo andarono a man salva predando il romano impero. Nè mancavan sospetti che Totila con molto danaro avesseli aizzati contro a’ Romani per impedire a Giustiniano Augusto il provvedere, com’era il caso, alla gottica guerra. Io m’asterrò dall’affermare che gli antedetti barbari così operassero vuoi per gratificare a Totila, vuoi di lor posta; certo si è che apportarono con tripartito esercito immensi danni a tutta Europa, di corsa mettendo a ferro e fuoco la regione, ed intertenendovisi il verno, liberi da nemico timore non altrimenti che sulle proprie terre. L'imperatore destinò a combatterli valentissime truppe aventi alla testa molti duci e principalmente Constanziano, Arazio, Nazare, Giustino, primogenito di Germano, e Giovanni soprannomato Faga; Scolastico, altro dei palatini eunuchi, a tutti imperava. Questo esercito appressatosi