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426 GUERRE GOTTICHE


CAPO XL.

Scorreria degli Sclabeni, e loro trepidazione all’udire la mandata in Italia di Germano vincitore un tempo degli Ante. Morto il duce imperiale i suoi figli e Giovanni vengono eletti a capitanare le truppe. Liberio afferra a Siracusa. Artabano soggiace a tempestosa fortuna. I Gotti partonsi dalla Sicilia per consiglio di Spino. Altro scorrimento degli Sclabeni. Strage, e quindi vittoria de’ Romani.

I. Germano esercitava in Sardica, città dell’Illirico, le truppe, ed era sul compiere un validissimo apprestamento di guerra quando turbe di Sclabeni, forti di numero sì da mancarne altro esempio, direttesi alla frontiera del romano impero e valicato il fiume Istro apparvero in Naiso. Qui pochi di essi appartatisi dal corpo e procedendo alla spicciolata vaganti s’avvennero ad un romano drappello; fatti prigionieri ed interrogati con quale intendimento avessero traghettato il fiume, dichiararono essere per camminare innanzi mirando alla conquista, assediatene le mura, di Tessalonica, e delle varie città a lei dintorno. L’imperatore, all’udirne, scrive tutto sgomentato a Germano che, sospesa l’andata in Italia, vada in cambio a soccorrere quel presidio ed i prossimani luoghi, opponendosi con ogni diligenza all’assalimento degli Sclabeni. Ma intanto che il condottiero sta sopra sè, colpa degli improvvisi mutamenti, avvertiti i barbari del costui arrivo in Sardica dannosi in preda al timore, essendone appo loro divolgatissimo il nome, ed eccone il motivo. Quando Giustiniano, zio