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sto però appariva ch’egli fosse l’autore della morte del vescovo. Ma parve che la giustizia divina volesse fargli pagare il fio delle tante vessazioni, colle quali colui tormentato avea l’universo mondo. Imperciocchè in fine spogliato di ogni avere, e perfino delle vesti, coperto miseramente di una picciola tunica, ispida, e per pochi oboli compra, fu cacciato sopra una nave. Coloro che lo conducevano, in ogni luogo in cui approdassero, lo esponevano in terra, obbligandolo a chieder pane, od oboli a chiunque se gli facesse innanzi. E così mendicando trapassò parte dell’Egitto fino ad Antinoopoli. E son già tre anni, dacchè vive colà incarcerato: nè in mezzo a tanta calamità si è potuto indurre a deporre la speranza dell’imperio, a segno che non è molto che ardì chiedere ad alcuni Alessandrini una somma, di cui essi erano debitori all’erario. Tal pena l’anno decimo della sua magistratura venne addosso a Giovanni cappadoce, in vendetta di quanto egli commesso avea nell’amministrazione delle cose pubbliche.».