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del favore della fortuna mise insieme denaro e possessioni, a segno che giunse a comprare per trecento libbre d’oro un borgo marittimo, detto Porfirione. Giustiniano venuto a sapere questa compera, pagata la minima parte del prezzo, lo cacciò di quell’acquisto, dicendo non essere decente che Evangelo causidico diventasse padrone di tale borgo, e tanto grande. E di ciò bastino queste poche cose.

CAPO XXXIII.

Novità da Giustiniano e da Teodora introdotte nel cerimoniale di Corte. Teodora si arroga le prerogative appartenenti soltanto a chi è investito della somma dignità. Superbi titoli che entrambi esigono. I Magistrati perdono giornalmente il loro tempo in palazzo: disordini che ne conseguono. Condizione degli uomini di Corte. Preludio della opinione alla morte di Giustiniano.

Dirò intanto di alcune novità da Giustiniano, e da Teodora introdotte. In addietro, quando i senatori andavano innanzi agl’Imperadori, ecco come li salutavano. Ogn’uno che fosse d’ordine patrizio venerava l’Imperadore abbracciandolo alla destra parte del petto, e a lui, quando ne partiva, l’Imperadore dava un bacio sulla fronte. Tutti gli altri ad uno ad uno partivansi piegato il destro ginocchio. Non v’era alcun uso di fare adorazione all’ Augusta. Ma tanto gli altri, quanto i patrizii, presentandosi a Giustiniano e a Teodora, immantinenti mettevano il capo a terra, soste-

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