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provvisioni di vivere per l’esercito erano farine, aceto, lardo e sugna e, per i cavalli, orzo. Avevano, per l’ordinario, branchi di bestiame grosso e minuto che seguiva l’esercito; il quale, per non avere bisogno di essere portato, non dava molto impedimento. Da questo ordine nasceva che uno esercito antico camminava alcuna volta molti giorni per luoghi solitarj e difficili senza patire disagi di vettovaglie, perchè viveva di cose che facilmente se le poteva tirare dietro. Al contrario interviene ne’ moderni eserciti; i quali, volendo non mancare del vino e mangiare pane cotto in quegli modi che quando sono a casa, di che non possono fare provvisione a lungo, rimangono spesso affamati, o, se pure ne sono provvisti, si fa con uno disagio e con una spesa grandissima. Pertanto io ritirerei l’esercito mio a questa forma del vivere, nè vorrei mangiassono altro pane che quello che per loro medesimi si cocessero. Quanto al vino non proibirei il berne, nè che nell’esercito ne venisse, ma non userei nè industria nè fatica alcuna per averne, e nell’altre provvisioni mi governerei al tutto come gli antichi. La quale cosa se considererete bene, vedrete quanta difficultà si lieva via, e di quanti affanni e disagi si priva uno esercito e uno capitano, e quanta commodità si darà a qualunque impresa si volesse fare.

Zanobi. Noi abbiamo vinto il nemico alla campagna, camminato dipoi sopra il paese suo; la ragione vuole che si sia fatto prede, taglieggiato terre, preso prigioni; però io vorrei sapere come gli antichi in queste cose si governavano.

Fabrizio. Ecco che io vi soddisfarò. Io credo che voi abbiate considerato, perchè altra volta con alcuni di voi ne ho ragionato, come le presenti guerre impoveriscono così quegli signori che vincono, come quegli che perdono; perchè se l’uno perde lo stato, l’altro perde i danari e il mobile suo; il che anticamente non era, perchè il vincitore delle guerre arric-