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ponte alla Carraia, e la corsa dei Cocchi e dei Fantini, sulla piazza di Santa Maria Novella.

Tutti i contadini dei dintorni e della provincia, per godersi bene lo spettacolo dei razzi e delle girandole, entravano in città alle prime ore della mattina, e non volendo perder tempo, pigliavano subito il loro posto lungo le spallette del Fiume. E in tutta la giornata non si muovevano più di lì. La sferza spietata del sole canicolare per dodici ore continue li scottava, li cuoceva, li abbrostoliva; ma loro, duri!

Che cos’era a quei tempi la fede e segnatamente la fede dei contadini nelle promesse gioie dei razzi e delle girandole a colori!

Venuta intanto la sera, quegli ostinati credenti, meni arrostiti e mezzi morti dal caldo, dal sole o dalla sete, cadevano appisolati per terra, e se la dormivano saporitamente, durante tutto lo spettacolo dei fuochi artificiali. Finito poi lo spettacolo, qualche volta si svegliavano: e dopo aver dato, sbadigliando, un’occhiata alle nuvole di fumo rimaste per aria, tutti contenti come pasque, si rimettevano in viaggio per tornare allo loro case lontane.


Il palio dei cocchi e la corsa de’ fantini.


Che cos’era il «Palio de’ Cocchi?»

Il Palio de’ Cocchi (lo dico per comodo di chi non l’ha mai veduto) era una specie di grande Olimpiade; un’Olimpiade, beninteso, che per la