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non avea raccolto che dei materiali. Questa bella parte d’Italia, sì celebre per antica potenza e per
breve risposta, e il di cui originale è ora in mio possesso, e posso certificare essere del tutto conforme alla stampa.
Prese al Frisi la fantasia di non rispondere direttamente alle prime Lettere astronomiche, sia che non avesse molta stima de’ due Astronomi principali, i quali in fatti in una vita lunga e operosissima non riuscirono dappoi ad emergere da quella mediocrità che i detrattori de’ Gesuiti asserirono essere caratteristica dell’Istituto Iojolitico; sia che sdegnasse di prodursi in tenzone contro un suo scuolare quasi ancora novizio nelle esercitazioni astronomiche, e il di cui non precoce ingegno era allora lungi dal promettere quel volo sublime al quale per la sua pertinace contenzione negli studj è riuscito a spingersi in seguito. Mosse pertanto il conte Pietro Verri ad uscire in campo come suo campione; e questi tra le gravi cure della presidenza al Magistrato Camerale, e gli studj storici cui allora attendeva indefessamente, trovò tempo per cimentarsi in difesa dell’amico, e trattando in proprio la parte letteraria e didascalica, nella discussione astronomica poi, appunto perchè gli studj politici ed economici nulla valevano a riguardo di essa, siccome saviamente avverte il professor Gabba, egli si circoscrisse a fare l’ufficio di relatore, riportando estesamente sì nell’uno che nell’altro de’ suoi opuscoli apologetici le note e le spiegazioni che gli venivano fornite dal Frisi; onde è provato, non esser vera l’asserzione del dotto encomiatore, ch’egli non si attentasse di combattere a viso aperto, ma bensì che quella maniera di prodursi nella discussione non fu che un capriccio da schermidore, e una forma drammatica introdotta all’intento di rendere più variata e meno nojosa la discussione medesima. E leggendo a mente pacata que’ diversi scritti, come sembra facile di poter fare dopo il trascorso di oltre cinquant’anni, si troverà che gli opuscoli del Verri si distinguono per chiarezza, decoro ed atticismo; che l’aringo in cui questi si è avventurato, come era tanto disuguale per la possa degli anta-