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aveva «nel suo territorio comode e doviziose cartiere, che possono somministrare a discretissimo prezzo bellissime e nitidissime carte». E poichè dopo le Brevi preghiere, tutta cosa di monsignor Ricci, fu stampata l’opera del P. A. Guyard maurino Sopra l’origine e gli abusi dell’onorario delle messe, il Giornale ecclesiastico romano scrisse parole acerbe contro il «cattivello» Vestri. Il quale nel 1786 pubblicò un Catechismo per i fanciulli delle città e diocesi di Cortona, Chiusi, Pienza, Prato e Colle, e nell’anno seguente i Principî di tutta la giurisprudenza sacra, di Roberto Curalt (3 volumi in ottavo), che sebbene si fingessero stampati da Angiolo Casini, uscirono dalla tipografia vescovile.

In un libro intitolato: Le annotazioni pacifiche confermate nella nuova pastorale di monsig. Vescovo di Pistoia e Prato de’ 18 maggio 1788, da due lesioni accademiche del signor Dr. Pietro Tamburini e dalle lettere di Finale del signor ab. Marcello del Mare, MDCCLXXXVIII, a facc, ix si legge in lettera scritta da Prato al Marchetti nel maggio del 1788: «La Stamperia di Prato è ita giù. Si vendono anche in Pistoia a pochi soldi la libra i fogli di detta Stamperia. Nella scorsa settimana fu rinvoltato in una pastorale certo salcicciotto che doveva servire per il Vescovo, e consegnato al suo spenditore». Anche le beffe! E così non ben compiuti quattro anni, la tipografia fu tolta dalle stanze vescovili, dopo aver prodotte non molte, sciatte e scorrette stampe. Nè migliori si videro quando Vincenzio Vestri si sciolse da ogni vincolo


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