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cioè da Cesare Guasti. E lo stesso anno aveva incominciato a stampare l’Aldina, sotto l’insegna d’Aldo Manuzio, con gli scarsi capitali d’un conte Diana, rimasto per qualche anno in Prato, e l’industria operosa, l’intelligenza e la pratica dell’arte di Filippo Alberghetti fiorentino, già lavorante dei Giachetti e poi proto nella stamperia di Ranieri Guasti. All’Alberghetti s’associarono in seguito, come comproprietari, l’avvocato Giovacchino Benini pratese e Iacopo Martellini aretino, recatosi a Prato per ufficio di cancelliere comunitativo; e fu quello il tempo in cui l’Aldina fiorì veramente. Delle sue pubblicazioni basti notare: la ristampa di tutte le opere del Papa Lambertini, la collezione anch’oggi stimata dei Classici greci e latini con note italiane, alla quale presero parte professori illustri; il Lexicon del Forcellini e l’Onomasticon del De Vit, oltre il Vocabolario greco-latino del professor Giovanni Bertini, che rimase incompiuto. A quei giorni erano nel laicato e nel clero pratese uomini istruiti, giovani d’ingegno e studiosi, i quali nelle cariche ecclesiastiche, sulle cattedre e negli uffici pubblici confermarono i buoni presagi.

Morti fra il ’67 e il ’79 l’avv. Benini, l’Alberghetti ed il Martellini, la tipografia Aldina andò decadendo co’ vecchi torchi e i tipi consunti, massime per la noncuranza, l’inerzia e le ristrettezze economiche di Luigi e Aldo figliuoli del fondatore. Morti anche loro, la vedova di Aldo cedè nel 1904 il materiale e il magazzino alla Ditta Editrice Alberghetti, costituitasi col buon proposito di far ristampare, via via che s’esauriscono, i vo-


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