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VICENDE POLITICHE


Questa più antica di Roma, conosce la sua antichità da Atene. Fu una delle più illustri città Italo-greche. Si go-

    la musica, la filosofia e l’architettura con tutte le altre arti non potevano non produrre i medesimi effetti in una terra come la nostra, dilettosa, feconda, sotto un cielo dolce e ridente. Nè questo per semplice congettura, ma quasi certamente affermeremmo, quando ci facessimo a guardare i pochi monumenti di architettura e di scultura che all’ira sfuggirono del tempo distruggitore; de’ quali alcuni pochi veggonsi ancora per la città, ed altri moltissimi, che un tempo eranvi sparsi, furon comprati dagli stranieri avidamente ed a caro prezzo per ingentilirsene. A noi soltanto basterà fare un cenno delle nostre antiche monete, come di quelle che con le scienze, con la letteratura, e con tutte le arti si armonizzano. Chè dovunque si trovarono monete bellissime,. ivi pure si videro sontuose fabbriche, e tavole dipinte al naturale, e poeti e storici e filosofi insigni. Ora, oltre a quelle mentovate di sopra, abbiam monete di Napoli antica dove compariscono la testa di Apollo, la testa di Pallade, il busto di Diana, ti corno dell’abbondanza, il tripode, la cortina delfica, ed altri moltissimi tipi con leggende greche. E sebbene tali monete sieno in argento solamente ed in bronzo, ciò nondimeno il loro gran numero attesta la floridezza, l’opulenza e l’esteso traffico della città ne’ tempi antichi, e la bellezza delle iscrizioni impressevi ne fa veder le arti del disegno superiori per eleganza di stile a quelle di Cuma stessa, dove il lusso delle arti così rigogliosamente fioriva. Ben dunque potremo figurarci la città nostra in quel tempo, quale ammiriamo tuttodì Ercolano e Pompei, con più di magnificenza bensì e più di lusso, perchè assai più ampia, e salutata come celeberrima da Marco Tullio. A quella foggia dunque vi saranno stati spaldi, torri, strade, templi, mercati, teatri, case, cavedi, emicicli, impulvi, peristili, essedre, cubiculi, triclini, pinacoteche, bagni, botteghe, termopolii, stanze con entrovi simulacri siracusani, candelabri tarantini, idrie corintiache ed altre suppellettili, che potevan dirsi