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Quì egregiamente si lavora di drappi, cosi di seta, come d’oro, e d’ogni sorta di lavoro: in modo che ne prov-

    talvolta infino alla maggiore altezza de’ monti. Di che per mettere un esempio, diremo trovarsi la medicago marina presso alla base del cono del Vesuvio ne’ contorni dell’Eremo; nè possiamo passarci di notare che l’alno a foglie cordate: il tiglio europeo: il carpino nero: l’artemisia volgare e variabile: la saponaria officinale: l’acetosella moltifida: il rovo comune: ed il rovo acherontino; e l’acero napolitano, ed altre dalla base del monte Somma salgono in fino alla sommità; ove loro non nuoce nè il freddo, nè il seccore ed il caldo di state, e manco la foga de’ venti che sfrenatamente vi soffiano. Dopo il monte di Somma il luogo più alto è la collina de’ Camaldoli, dove la vegetazione in generale è più copiosa e svariata, avendoci maggior numero di piante erbali che in quella. Ma un fatto degno d’esser notato si è che sulla più alta vetta del Somma nell’arena arsiccia cresce in uno colle piante sopra mentovate la betulla (betulla alba). Questo albero assai comune nella Lapponia, ed in genere nelle parti fredde dell’Europa, si trova su i più elevati gioghi degli Appennini di Abruzzo, dì Basilicata, e di Calabria; viene pure sull’Etna; se ne vede alcuno sulla montagna di Castellammare, e per ultima sua stanza sul monte Somma. Cosicchè per esso la vegetazione delle circostanze della metropoli è come toccasse in un sol punto quella delle Alpi, e de’ più alti gioghi degli Appennini, quando nel rimanente è molto somigliante a quella de’ luoghi più caldi e bassi dell’Europa posti sul mare.
        In quanto agli animali diremo, che attiva e feconda essendo questa terra ridente, per lo simultaneo concorso di propizî elementi alla vita, svariata ne rende la produzione de’ viventi. Se non che l’industre mano dell’uomo, mettendo a piena coltura i campi, gravissimo ostacolo oppone al moltiplicarsi spontaneo di non poca parte nociva di essi. Laonde qua e colà il suolo verdeggia e si copre di fiori, e veggonsi alberi vivacissimi e fruttiferi.
        All’infuori di quegli animali che trasse l’uomo compagni al suo vivere, per custodia e difesa, o per aiutarsene nel lavoro, niun altro ne alberga di quanti minacciar gli possono la vita, o menomargli il ricolto. Le sole minute razze di carnaci, e di rosicchianti