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volle che da questa nobile città prendesse il nome: facen-

    si elevavano alla contemplazione del Signore: cosichè sino al secolo XIII, nelle loro cattedrali di smisurata altezza, essi ci dettero tanti maravigliosi modelli di architettura cristiana. In quelle forme adunque greco-latine qui ergevansi i sacri edifizi dal V al XII secolo, ed i nomi degli artisti di que’ tempi di barbarie non furon conservati sino a noi. Sappiamo solamente che nell’ottavo secolo eran nostri architettori Agnolo il Cosentino ed il Fiorenza, i quali ai comandi del Duca Teodoro eressero la diaconia de’ Ss. Pietro e Paolo, e poi ci scolpiron dentro il tumulo del Duca fondatore che venne allor tocco da morte. Essi medesimi sotto il Duca Stefano appariscono costruttori di altre chiese e monasteri, di parecchi sepolcri, tra’ quali è quello del Duca Buono che ancor può vedersi nella chiesa di S. Maria a Piazza e che propriamente viene assegnato al Cosentino. Nel nono secolo qui visse un tal Pietrocola, artefice che più ebbe vanto di abile scultore di Crocifissi in legno e di sepolcri fregiali di ornamenti anagliplici, che di buon costruttore. Miglior grido ebbero poi nel secolo decimo gli architetti Giammasullo e Iacobello, più noto col soprannome di Formicola a’ quali si assegnano chiese e palagi edificati in Napoli, Capua, Aversa e Gaeta. Fattesi poscia più dense le tenebre della barbarie dopo costoro insino al secolo XII non ci vien ricordato alcuno artefice, che abbia condotto un’opera di costruzione. In questo tempo però sorge l’architetto Buono, il quale per ordine di Guglielmo il Ma lo edifica il Castel dell’Uovo e Castel Capuano, e si acquista tanta fama da essere invitato in molte città d’Italia alla murazione di grandi e nobili edifizi.
       Nel regno de’ Normanni poco o nulla si fece in Napoli in fatto di architettura cristiana, nè durante il dominio degli Svevi, i quali poco poteanvi attendere, come quelli ch’eran tutti preoccupati da mutamenti civili e da imprese guerresche. Ma, tolta che ebbe la corona agli Hohenstauffen il Conte di Provenza, Napoli cominciò a diventar anche celebre per i suoi edifizi religiosi. Dappoichè il regno degli Angioini fu l’era più gloriosa di tal genere di architettura essendosi da Carlo I gettate le fondamenta a grandi e maestosi templi con l’opera di un artista, cui era serbato segnare fra noi il primo periodo di quella nuova maniera di archi-