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Greco, governata dal suo Duce, e suoi Senatori; che in

    pera de’ Benedettini, che due famose scuole ci fondarono in Montecassino e in Salerno. Avute poi le opere degli Arabi, la Salernitana ne venne in gran fiore, e ne acquisiò rinomanza per tutto occidente. E per verità que’ medici furono i primi a non tenersi contenti al volgar metodo di curare, cercando sin da quel tempo di giovarsi di cognizioni scientifiche. Da prima si studiavano non pur le traduzioni degli Arabi che de’ Greci, ma guari non andò che questi furono neglette, e l’autorità degli arabi autori o comentatori da per tutto prevalse. Sicchè al principio dell’età che scriviamo la principal sede in Europa delle scienze fisiche era per anco in Salerno, ed araba era la nostra medicina poco men che tutta. E tale fu comunalmente insino al secolo decimosesto: se non che, nel decimoquarto già i nostri facean latine le opere di Galeno e di altri medici, in quella che la costoro autorità incominciava essere scossa dalle dottrine Ippocratiche. Tosto e’ passarono dalle traduzioni a’ comenti, e da’ comenti ad originali trattati e a nuove applicazioni, e in fino a un più libero modo d’investigare. Nel regno degli Aragonesi l’arte farmaceutica die di be’ passi, e frattanto dottissimi medici presero a confutar gli Arabi, e con gli scritti loro e con diligentissime traduzioni delle opere greche prepararono alla medicina gli ulteriori progressi.
       Terza età. Lagrimevole fu certo la sciagura de’ nostrì padri presso al fine del quattrocento. Non si tosto e’ cominciavansi a ristorare da’ danni patiti per ben tre secoli sotto ad Angioini e a Durazzeschi, che fu lor novellamente interrotto il progredire, e da quelle invasioni e guerre che li travagliarono, e finalmente dalla lor soggezione a straniero Principe furon ricacciati in peggior miseria e in mali incredibili. Gli Spagnuoli eran già di per sé molto duri e gelosi signori; e ben era ragione che l’insorgere de’ Luterani assai più duri li facessero e sospettosissimi. L’ingegno, il sapere, i commerci con le altre genti li tennero in grande apprensione, ond’eglino, come più seppero, li depressero e attraversarono. Senza questo i nostri popoli, per la lor postura geografica eran segregati dal resto di Europa; ma da’ allora in poi ne furon sì chiusi e scongiunti, che niente sarebbe in lor penetrato dagli stranieri, se ciò potesse mai in tutta una gente succedere.