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che ad un tratto balzò in piedi e fuggì, del tutto guarita. La giovane a tali detti sorrise amaramente, quasi dicesse, in quanto a me soltanto un mira colo potrà salvarmi.

Poco dopo si recò alla Chiesa di S. Chiara, e prostata sulla tomba di Maria Cristina tanto pianse e così ferventemente pregò, che di botto la paralisi si sciolse; ed ella compresa da immensa gioia e stupore incominciò a muovere le braccia con forza in ogni verso.

La notizia pervenne in Corte, e si cercò subito di approfittarne, per la santificazione di Maria Cristina: perchè così Francesco II avrebbe acquistato gran prestigio nel popolo, reputandolo figlio di una santa.

A tal uopo s’invitò il Ramaglia, che aveva osservata quell’ammalata, e che si trovava pure allora medico della famiglia Reale, a sottoscrivere un atto autentico, col quale si attestasse il miracolo avvenuto per opera di Maria Cristina. Egli si negò, dicendo, che la Medicina registrava parecchi di simili casi, senza l’intervento di alcun miracolo, e perciò la sua coscienza non gli permetteva di asserire una menzogna.

Intanto non essendo riuscite le pratiche dirette, si ricorse al Cardinale Riario-Sforza, il quale, chiamato il Ramaglia, gli domandò a brucia pelo: dunque voi non credete ai miracoli? Vi credo, rispose quello, ma non è questo il caso. E così ri-