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Ferdinando Pandola, il più riconoscibile fra i dimostranti per la sua altezza, prevedendo la mala parata non tornò a casa, e filò dritto per Genova sopra un bastimento inglese. E fu ventura, poichè la prima casa perquisita dalla Polizia in quella notte fu appunto la sua.

E così finalmente dopo il 48, vale a dire dopo dieci anni di tremenda reazione e di forzato mutismo, e quando ancora le prigioni riboccavano di carcerati politici, echeggiò un’altra volta in Napoli il grido di: Viva l’Italia!

In fine di queste Note posso aggiungere con piena cognizione di causa, che molti liberali erano disposti e pronti a secondare e sostenere Francesco II, se egli nell’ascendere al trono avesse fatto un programma consono a nuovi tempi. Ma pur troppo ricopiò quelli di suo padre Ferdinando; il quale voleva far di Napoli una nuova Cina, ed aveva mandato all’ergastolo Luigi Settembrini, e messi in catene Carlo Poerio, Silvio Spaventa e tanti altri; e cacciati in bando Pisanelli, Tommasi, Francesco De Sanctis ec., e perseguitati e seviziati i più illustri cittadini del Regno.

Proponendosi così Francesco II nell’ascendere al trono di voler seguire punto per punto le orme di suo padre, apparecchiò la sua ruina, perchè un tal programma significava il ritorno ad un governo reazionario e balordo.

Concesse poi la Costituzione, ma troppo tardi, e quando già nell’animo di tutti era spenta ogni