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quartiere Montecalvario, e li catechizzava nel nuovo verbo. Compagno suo indivisibile ed aiuto nella lotta era un giovane simpatico, il duca Zunica, del quale dopo il 1860 non udii più parlare.

Un altro nucleo s’era formato in casa Fabbricatore al vico Nilo, ove interveniva pure Pasquale Turiello, menzionato da Memor in altra circostanza. La Polizia però n’ebbe sentore, e sorprese quel domicilio in un giorno di venerdì, e non vi trovò alcuno, perchè il convegno soleva tenersi il giovedì. Intanto si sequestrarono giornali proibiti, e si spiccò mandato di cattura contro Aristide Fabbricatore, che fu in tempo a mettersi in salvo, rifugiandosi nella dimora di Prestau, allora impresario del teatro S. Carlo.

Erano assidui nel caffè De Angelis Cesare De Martinis, Vito Sansonetti, Sabino Loffredo, che ora godono nome di uomini preclari nel Foro e e nella Magistratura.

Un altro gran numero di liberali si raccoglieva nel Caffè della Gran Brettagna in via Toledo, che una sera fu assalito da gendarmi, da guardie, e da due Ispettori, che sguainarono le loro spade. Ognuno, che si trovava dentro, fu perquisito nelle tasche, e sin nelle scarpe. Si sequestrarono carte, lettere, corrispondenze, ed intanto una immensa folla di gente si accalcava innanzi a quel Caffè per godere lo strano spettacolo poliziesco dato coram populo.

Se non erro, fra tanti altri, si trovavano quella sera nel detto caffè Giuseppe de Blasiis, ora pro-