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marima, Demetrio Strigari, Ottavio Serena, Michele Giacchi, tante volte ricordato da Memor, Camillo Caracciolo di Bella, il marchese Caccavone, Luigi Capparelli, al quale Silvio Spaventa, quando fu Direttore di Polizia, affidava i più importanti e difficili incarichi, Tommaso Arabia, il marchese Cedronio, Luigi Indelli, Nicola Ercole, Francesco Pepere, Beniamino Caso, Michelangelo Iacampo, Giuseppe ed Attilio De Martino, Antonio Galasso, Giuseppe Lazzaro, Giuseppe Rosati, Raffaele Cafieri; tutti individui noti per gli alti Ufficii che hanno tenuto e che in parte tengono tuttavia nel presente governo; ma che allora erano semplici mortali, intenti soltanto a cospirare, a tener desto lo spirito pubblico, e a preparare il terreno alla riscossa.

A questo centro metteva capo tutta la falange dei maestri di musica con i loro allievi, e tra i più ardenti si mostravano i giovani del Collegio di S. Pietro a Majella. Dipendevano da questo comitato tre capi-popolo, che disponevano d’una gran massa di popolani, ed erano: Michele de Chiara, sarto, Giuseppe Reale, cappellaio, e Ciccio Russo, cantiniere di gran credito al Mercato ed al Pendino, e già amico di Carlo Poerio e di Silvio Spaventa prima della loro prigionia.

Nei detti ritrovi si vedeva anche spesso Ferdinando Mele, e lo nomino a bella posta in ultimo per narrare uno scandalo, la cui origine forse a molti è ancora ignota.