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L’ultimo telegramma mandato a quel Re, allora moribondo, e che annunziava aver l’Austria dichiarata guerra al Piemonte e l’accorrere dei soldati francesi a marce forzate, avendo a capo l’istesso Napoleone III, fu letto di sera al lume di un fiammifero nell’Ufficio del Diorama, presenti più di cinquanta individui. Non appena letto successe un vero baccano, e fra tutti Teodoro Cottrau gridava come un indemoniato. Intanto da quel luogo la nuova corse subito come un baleno in tutti i circoli segreti, ove si acclamò con grida di entusiasmo al grande avvenimento.

A titolo di curiosità riferisco, che si tenne consiglio in Corte se leggere o no quel dispaccio al Re, ch’era in fin di vita. Prevalse il parere affermativo, massime per l’espressa volontà di suo figlio Francesco.


II.

Sin qui ho messa in mostra la Polizia più che i liberali, ed ora conviene discorrere alquanto di questi.

Un centro attivo di propaganda liberale, si costituì negli Stabilimenti musicali di Teodoro Cottrau a S. Ferdinando ed a S. Pietro a Majella. A tale scopo ivi convenivano Fedele De Siervo, Carlo Avena, Nicola Attanasio, Pasquale Trisolini, Luigi Pisciotta, che fu poi intermediario fra Liborio Romano e l’ambasciatore piemontese Villa-