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sensale per compra e vendita di olii in Napoli, ove ben presto tornò. Morbilli lo riconobbe, e fattolo venire a sè, gli gridò: Ti ho mandato via la prima volta, ora ti farò scortare dai gendarmi. Il Laudisi prontamente rispose, di non essere tornato a Napoli per studiare, bensì per affari, e gli presentò le lettere credenziali. Morbilli, dopo averle lette, tutto allegro, fregandosi le mani, gli disse: bravo! Ti sei ravveduto finalmente!

I Capi della Polizia, che successivamente si segnalarono, e che han lasciato di loro tristi ricordi, furono: Peccheneda, Governa, Aiossa. Tra i dodici Commissarii quattro erano i campioni più formidabili: Campagna, de Spagnoli, Gerace, e Morbilli. Uno di essi per farsi venire l’appetito ogni mattina prima di pranzo andava a tormentare i detenuti politici. I due primi, quando Francesco II riconcesse la Costituzione, vennero ricercati dal popolo in massa, che voleva ridurli a brani; ma riuscirono in tempo a mettersi in salvo. Gerace, molto tempo prima della detta Costituzione, andò un giorno ad orinare nel cortile di un palazzo, dove la guardaporta lo redargui, ed egli imbestialito le tirò un tremendo calcio nella pancia. La donna. ch’era incinta abortì, e poco mancò non morisse. Il padrone di quel palazzo, che apparteneva alle Guardie del Corpo, corse dal Re a chiedere giustizia, e Gerace fu destituito. Morbilli era Commissario del quartiere S. Ferdinando quando di sera scoppiò una bomba, posta in una galitta, e proprio sotto