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che ha radice nei costumi e nelle istituzioni fra gli Austriaci ed i Prussiani, i quali fanno causa comune con tutti i liberali tedeschi, facciano piegare decisamente la politica della Prussia in nostro favore, come richiede l’interesse proprio e quello della Germania.

Questo è uno dei pochi casi nei quali la morale cooperazione equivale ad un potentissimo materiale ausilio, e le ragioni ne sono sì patenti che mi dispenso dall’accennarle. L’opinione pubblica tedesca sarà sempre avversa alle velleità che si ridestassero nei Brandeburghesi di seguire la politica russa e tanto meno l’austriaca, a meno che non venisse sollevata dalla Francia fuor di tempo e luogo la spinosa questione dei confini al Reno.

7° Che infine nella politica nazionale gl’Italiani devono studiare e meditare il passato, per rendersi ragione del presente, e cogliere utili ammaestramenti pel futuro. Ma se amano potersi governare nell’oceano della politica europea, con retto criterio e non colle passioni e le simpatie ed antipatie del momento, tengano costantemente di mira l’indole ed i veri interessi delle principali stirpi che popolano l’Europa, ed il principio delle nazionalità che va (in generale) svolgendosi imperturbato per formare base, in un più o meno vicino avvenire del diritto pubblico europeo.

In tal guisa avranno una politica sensata colla guida di norme non fuggevoli, e potranno valutare con sagacia le probabilità dell’avvenire per ciò che ha tratto alle, alleanze ai reciproci interessi economico-sociali, ai diritti internazionali, ed all’equilibrio europeo.