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54 — e di sentimenti è soltanto la traduzione visibile degli stessi nella coscienza. Che questa successione abbia qualche rapporto con la concatenazione causale è del tutto incredibile; la coscienza non ci offre mai un esempio di causa e di effetto. 311. Tutto ciò che entra nella coscienza come « unità » è già com- plicatissimo : noi abbiamo sempre soltanto un' ap p a r e n z a di unità. Il fenomeno del corpo è il piìi ricco, il più chiaro e com- prensibile : da mettere innanzi metodicamente, senza nulla decidere sul suo ultimo significato. 312. Dove vi è una certa unità nel raggruppamento, si è sempre po- sto lo spirito come causa di questa coordinazione: ma non vi è ra- gione per ciò. Perchè l'idea di un fatto complesso dovrebbe essere una delle condizioni di questo fatto? o perchè la rappresenta- zione di un fatto complesso dovrebbe precedere questo come sua causa? Ci guarderemo bene dallo spiegare la finalità collo spi- rito: non vi è alcuna ragione di attribuire allo spirito la proprietà di organizzare e sistemare. Il sistema nervoso ha un dominio molto più esteso : il mondo della coscienza è un mondo aggiunto. Nel pro- cesso complessivo dell'adattamento e della sistemazione la coscienza non ha alcuna parte. 313. I fisiologi ed i filosofi credono che la coscienza, via via che cresce in chiarezza, cresca anche in valore: che la coscienza più chiara, il pensiero più logico e freddo, siano nel primo ràngo. E tuttavia — secondo che cosa si determina questo valore? Rispetto all'azione della volontà il pensiero più superficiale, più semplice è il più utile — potrebbe anche essere che — ecc. (perchè lascia da parte meno motivi). La precisione dell'agire è in antagonismo con la prudenza lungimirante e qualche volta incerta: quest'ultima, gui- data dall'istinto più profondo. 314. Errore fondamentale dei psicologi : essi considerano la rappre- — 1