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cale dell’ex convento delle suore di S. Giacomo, valutato almeno un 30,000 lire.
Ottenne, e in ciò gli furono di grande ausilio lo Jonni, il Fulvi e il prefetto Bardesono, che i beni delle suore orsoline non fossero indemaniati, perchè destinati, secondo quanto egli dimostrò, alla istruzione ed educazione delle figlie del popolo; e questi beni, di un 200,000 lire di valore, fece assegnare al nuovo istituto Principessa Maria di Savoia, che appunto alla educazione e istruzione delle giovinette avrebbe dovuto servire. Ampliò il ricovero di Mendicità; fece cedere agli istituti pii cittadini le case demaniali, di un valore complessivo di circa 35,000 lire.
Nominato Presidente della Cassa di Risparmio, continuò con ardore l’opera a beneficio della medesima che aveva intrapresa fino dal 54, quando esibitosi di porre al corrente, senza alcun utile proprio, la contabilità di essa Cassa, era riuscito a scoprirvi alcune magagne che se non tolte di mezzo con prestezza e con la discrezione da lui usata, avrebbero ucciso quell’istituto nel suo nascere; e riordinata di nuovo l’amministrazione, riuscì a rendere la Cassa ben solida e accreditata, come il R. Commissario Gagliardi scrisse nella sua relazione al ministro Barazzuoli.