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tato di cui egli era presidente dal Governo italiano.

Qualche giorno innanzi l’otto settembre, giunsero a Rimini G. Battista Ionni e il conte Adolfo Spada di Pesaro, incaricati dal Comitato Nazionale di Bologna di coadiuvare quello riminese; vi giunsero poi anche il marchese Luigi Tanari, già designato dal Cavour quale R Commissario per la provincia di Pesaro e Urbino, il principe Simonetti, il conte Rasponi, Camillo Casarini e tanti altri patrioti che alla rivoluzione venivano a prestare il loro valido aiuto. Il proclama da essi allora indirizzato alle popolazioni marchigiane, perchè cercassero scuotere il giogo che le opprimeva, venne anche dal Ginevri sottoscritto.

Giunto il giorno otto, i liberali di Pergola insorsero, e unitisi ad essi quelli delle citta vicine, al comando di Giuseppe Fulvi portarono la rivolta anche alla vicina Fossombrone: il maggiore Pierazzoli varcò il confine presso Mondaino, con un battaglione composto di finanzieri travestiti, di volontari romagnoli e di emigrati, e liberò Urbino; i patrioti delle valli feltresche si ribellarono anch’essi. E messi speciali portarono la nuova di tali fatti al confine.

Gli inviati di Pergola, Giulio Fulvi e Carlo