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Emanuele apri il primo parlamento italiano, egli, d'accordo con lo Ionni, propose alle donne pergolesi d’inviare al Gran Re un dono che fosse valso a dimostrargli il loro affetto e la loro gratitudine. E trovandosi in Bologna, a capo del Comitato d’Emigrazione, che raccolto tutto intorno alla storica bandiera che qui si conserva, prendeva parte al solenne ricevimento del Re Liberatore, offrì a questi gli sproni d’oro che le nostre madri avevano scelto per loro dono, e che il Mercantini aveva voluto accompagnare con una splendida poesia d’occasione.

Tornato a Rimini, compilò un progetto di insurrezione, che sottopose all’approvazione del Garibaldi.

In quel piano si esponevano:

1. La impossibilità di ribellarsi in cui si trovavano le città principali dello Stato Pontificio, e specialmente quelle del litorale, per l’eccessivo numero di soldati che vi erano concentrati.

2. Il nessun assegnamento che doveva farsi su di un palese aiuto del nascente regno italico, per gli ostacoli che all’azione di questo opponeva la diplomazia europea.

3. La nessunissima probabilità di poter raccogliere nelle Romagne un forte corpo di volontari da correre in aiuto dei rivoltosi: e ciò per