Pagina:Nepote - Vite degli eccellenti comandanti, Sonzogno, Milano.djvu/97

secondo gl' interessi della repubblica, senza pericolo, attesi i corrotti costumi do’ cittadini. Non si affacciò mai a’ pubblici incanti; nè mai fu per cosa veruna mallevadore, nè pigliò mai imprese. Non accusò nè In suo nome, né sottoscrivendosi alle accuse altrui. Non mai per proprio interesse comparvo in giudizio; non ebbe lite veruna. Accettò le prefetture conferitegli da molti consoli e pretori, ina non volle seguitarne nessuno per le provinole, contentandosi dell’onore, e trascurando il guadagno della roba: anzi neppure con Q. Cicerone volle andare in Asia, appresso del quale avrebbe potuto avere il posto di legato. Imperciocché stimava egli non essere conveniente, che dopo aver rifiutata la pretura, fosso poi dal pretore dipendente. Nel che non pure provvedeva ai proprio decoro, ma anche alla quieto, cosi scansando anche l’ombra d'ogni reità. E quindi avveniva che i suoi rispettosi uffizii fossero a tutti più cari, veggendo che partivano non dal timore, nè dalla speranza, ma dal gentil costume di Pomponio. VII. Avvenne la guerra civile di Cesare, essendo Attico di circa sessantanni. Si prevalse del privilegio dell’età, e non si mosse per niente di Roma. Quelle cose, che abbisognavano a’ suoi amici, i quali si portavano da Pompeo , egli tutte le somministrò loro di quel che aveva rii casa sua. All’istesso Pompeo suo congiunto non fu’ torto non andandovi, perchè non gli era debitore d'alcun ingrandimento , come gli altri, che per mezzo di lui acquistato aveano o ricchezze od onori; parte de’quali affatto contra voglia seguitarono il campo di Pompeo ; e parto con sommo di lui disgusto se ne restarono in Roma. A Cesare poi la neutralità di Attico fu si grata, ohe quando fu vincitore, intimando con lettere a’ privati dì pagargli danari, a lui non pure non recò molestia, ma eziandio a sua richiesta diè la libertà al figliuolo di sua sorella, ed a Q. Cicerone, i quali militato aveano con Pompeo. Così col suo antico tenor di vita scansò i nuovi pericoli. WII. Venne poi quell’altra guerra, ucciso Cesare, quando parea che la repubblica dipendesse da Bruto e da Cassio, e che la città tutta si fosse verso Attico rivolta. Egli era si amico di Bruto, che questo giovine non visse più famigliarmente con alcuno di sua età, che con Attico già vecchio: il quale egli non pur avea per suo principal consigliere, ma 11 tenea anche seco a tavola. Fu immaginato da r ti uni. che da’cavalieri romani si stabilisse un privai erario agli uccisori di Cesare. Ciò pensarono che sarebbe agevolmente riuscito, se anche i più ragguardevoli di quell’ordine avessero contribuito del loi-o danaro. Pertanto fu Attico richiesto da Cajo Flavio, amico intimo 41 Bruto, ohe si volesse far napo di questa casa, Ma “jgli