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KCCBLLKNTI COMANTÌANTI avvenne elio pii ambasciatori di Prusia cenassero in Hom» ila L. Quinzio Flaminino: uomo consolare; ed ivi venendo fatta menzione d’Annibale, un di loro dicesse, che ckIì si trovava nel regno di Prusia. Questo fu il giorno seguente da Flaminino rapportato al senato. 1 senatori i quali finché fosse vivo Annibaie, non credevano di poter mai essere senza insidie, spedirono ambasciatori nella Bitinis, tra i quali Flaminino, i quali chiedessero al re, che seco non ritenesse il maggior loro nemico, e iì desse nelle lor mani. A costoro non osò Prusia dire di no; ma non volle però ch’esigessero da lui che facesse egli stesso ciò che contrario era al diritlo d’ospitalità, che se potevano gli ponessero le mani addosso: che avrebbero facilmente saputo il luogo dov’egli era. Imperciocché Annibaie tenevasi sempre in un sol luogo, cioè in un castello statogli dal re donato, il quale egli erasi fabbricato in tal forma ohe aveva da tutte parti .delle sortite, come colui che stava in continuo timore, non quello gl’ intervenisse , che in fatti poi segui. Essendo quivi venuti i legati romani, ed avendo l'abitazione d’Annibale circondata di molta truppa, un servo affacciatosi alla porta, dopo aver da lungi osservato, riferì ad Annibaie, come si vedea venire fuor del consueto gran quantità di gente armata. Annibaie gli comandò di girar intorno per tutte le porte dell’edificio, e ohe senza indugio gli rapportasse, se nello stesso modo fosse da ogni parte assediato. 11 servo avendo in tutta fretta riportato ciò che accadeva, e fattogli osservare che tutte le uscite erano prese, ben s’accorse ciò non esser fatto a caso, ma che volevan lui, e che non aveva più oltre a stare in vita, la quale per non lasciare in balia’d’altri, memore delle sue pristine virtù, prese un veleno che era sempre stalo solito portar seco. XIII. Così quest’uomo fortissimo, dopo molte e vario laboriose gesta, pose a quelle fine ed alla vita nell'anno 70 dell’età sua. Del consolato, sotto cui morisse, non si accordano gli scrittori. Imperciocché Pomponio Attico, nel suo Annale lasciò scritto, ch’ei mori sotto i consoli M. Claudio Marcello e Q. Fabio Labeone : ma Polibio il fa morto nel consolato di L. Emilio Paolo e Gneo Bel io Tanfllo. Snlpizio poi Botto quello di P. Cornelio Cetego e M. Bebio Tanfllo. Questo sì grand’uomo, e imbarazzato in guerre si rilevanti, non lasciò però di dar qualche parte del tempo alla letteratura. In fatti si hanno alcuni libri di lui in greca lingua: fra' quali uno indirizzato ai lto- diani delle imprese fatte in Asia da Gneo Manlio Vul-

  • oue. l e guerre fatte da Annibaie furono da più scrittori

a posteri tramandate, e spnoialmente da due. oho il seguitarono nelle sue campagne, e con lui vissero siiteli