Pagina:Nepote - Vite degli eccellenti comandanti, Sonzogno, Milano.djvu/84

XXII. AMILCAHg J_- Imperciocché la lunga durata del mal esterno avea r=*i accendere al di dentro una si fiera guerra, che C'art gine non fu mai in somigliante pericolo, se non allora che fu poi distrutta. Primieramente la truppa mercenaria che avea servito contro de’ Romani, iu numero di venti mila, si ribellò, e feco ribellar tutta l’Affrica, e diè l'assalto a Cartagine medesima. Le quali sciagure misero 1 Cartaginesi in tanta costernazione, che pregarono di soc corso perfino i Romani e l’ottennero. Ma all’ultimo vedendosi ornai ridotti alla disperazione, elessero Amilcare supremo comandante. Questi non pur fece allontanare dalle mura di Cartagine i nemici venuti in numero di più di cento mila, ma li ridusse anche in tale stato che rinchiusi in luoghi stretti più ne morivano di fame che di ferro. Riacquistò alla patria tutte le piazze ribellate, fra le quali Utiea ed Ippona, le più forti di tutta l’Affrica. Nè di ciò ancor pagrt, dilatò i confini deli’impero, rimise l’Affrica tutta in tai» quiete , che pareva che da molti anni non vi fosse stata guerra veruna. III. Terminate a seconda del suo intento queste cose, con animo franco ed infesto a’ Romani, aiìin di trovare più agevolmente pretesto di far loro la g'uerra, si fece mandare generale con l'esercito in Ispagna, e seco vi condusse il figliuolo Annibaie in età di nove anni. Vi era altresì con lui Asdrubale giovine nobile ed avvenente. Amilcare diede a costui sua figlia in isposa, perciocché secondo il costume de’ Cartaginesi non poteva al suocero esser proibita la pratica del genero. Di Asdrubale abbiam voluto far menzione, perchè ucciso Amilcare, fu egli messo alla testa dell'esercito, e fe"grandi cose; fu il primo, che a forza di profusioni corrompesse gli antichi costumi de’ Cartaginesi; e perchè dopo la costui morte Annibale ricevette dall'esercito il comando. IV. Ma (ad Amilcare ritornando), poich’egli ebbe passato il mare e fu in Ispagna, assistito dalla fortuna vi fe’ grandi imprese; soggiogò nazioni grandissime e bellicosissime: arricchì l’Affrica tutta di cavalli, d’armi, d’uomini e di danaro. Nove anni dappoicli’egli era giunto in Ispagna, mentre macchinava portar la guerra in Italia, fu ucciso in battaglia pugnando contro i Vettoni. Il costui perpetuo odio contro de’ Romani pare che abbia acceso specialmente la seconda guerra punica; impercioc-s che Annibaie, suo figlio^ per li continui scongiuri del padre fu condotto a tale che avrebbe amato meglio morire, che non venire a paragon dell’arml co’ Romani.