Pagina:Nepote - Vite degli eccellenti comandanti, Sonzogno, Milano.djvu/52

XIV. DATAMB 5j g-rincalza, ne uccide un gran numero, e si rende padrone dei loro campo. Con tal ripiego abbattè ad un tempo i traditori, e disfece i nemici, e ciò che era stato divisato per sua rovina, lo rivoltò in suo scampo. Del quale stratagemma non leggiamo, che altro più sottile sia stato da verun generale immaginato, nè più prestamente recato ad effetto. VII. Da sì grand’ uomo però ribellossi Schisma, suo figliuolo maggiore, e portuosi dal re, denunziò la ribellione del padre. Alla qual nuova commosso Artaserse, perciocché conosceva d'aver a fare con un uomo forte e valoroso, il quale, quelle cose che aveva immaginate, aveva cuore d’eseguirle, ed era uso di pensar bene prima di tentar un’impresa; manda Autofradate nella Cappa- docia. Perchè costui non potesse entrare in quel montuoso passo, ove sono le porte della Cilicia, Datarne si studiò di preoccuparlo: ma non potè si tosto raccorre le truppe. Dal qual disegno rimosso, con quel numero d’uomini che avea raunato, prese un sito tale, che nè potesse il nemico prenderlo in mezzo, nè oltrepassare senza essere stretto da due parti; e se avesse voluto venir a giornata, la moltitudine de’nemici non potesse molto nuocere al suo poco numero. Vili. Comechè Autofradate queste cose vedesse, pure determinò di dar battaglia piuttosto che o con si grande armata ritirarsi, o fermarsi sì lungamente nello stesso luogo. Aveva venti mila cavalli barbari, cento mila fanti, che quelli chiamano Cardaci, e tre mila frombolieri del- l’istessa nazione. Inoltre otto mila Cappadoci, dieci mila Armeni, cinque mila Paflagoni, dieci mila Frigii, cinque mila Lidii, circa tre mila Aspendii e Pisidi, duemila Cilici, altrettanti Caspiani, tre mila Greci prezzolati ; ed un grandissimo numero d’ armati alla leggiera. Contro sì fatto esercito poneva Datarne tutta la speranza in sé mo- desimo, e nell’avvantaggio della situazione. Imperciocché aveva la vigesima parte della gente di Autofradate. Alla quale speranza appoggiato, venne a tenzone, e tagliò a pezzi molte migliaja di nemici, senza far perdita non più di mille de’suoi. Per la qual cosa il di seguente alzò trofeo nel luogo della battaglia. Levato poi il campo, sempre inferiore di numero, guadagnava tutte le battaglie, perchè non veniva mai alle mani, se non aveva chiusi gli avversarli in luoghi angusti; il che spesso gli riusciva, come a colui, che aveva e pratica del paese e sottigliezza nel pensare. Vedendo Autofradate andar innanzi la guerra con maggior danno del re che degli avversarli, propose a Datarne pace ed amicizia, acciocché tornasse m concordia col re. La quale quantunque egli giudicasse dover esser poco costante, pure accettò il partito, e disse, che 52 VITE degli