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littoria noTi nnr* Atene, ma tutta la Grecia, sog-g-etta agii Spartani fu liberata. Conone con parte delle navi se ne torna In natrii fa rifare l’une e l’altre mura, e del 1 ireo e d A- tene da leandro rovinate; e fe dono a buoi cittadini di iene, aa . . ricevuto aveva da tarnabazo. cinquanta 'costui ciò che agli altri uomini suol accadere di esser meno avveduto nella prospera fortuna, f nr.irnwersa Imperciocché vinta che ebbe l'arto nnvnlc de' Peloponnesi, stimando d’aver risarcito i danSi della patria, più desiderò di quello che potè recare Non è neTciò che le sue brame non fossero e Sle e Emendai, perciocché intese sempre ad ingran- . re più la patria che il re. Imperciocché essendosi per la battaglia navale data presso Qnido, stabilita una gran rinutazione, non solo fra’ barbari, ma anche fra tutte le citta della Grecia, si diede a tener secreti maneggi, affine di restituire agli Ateniesi la Jonia e l’Eolia. Ciò non essendosi con assai di cautela tenuto occulto, Teribazo, che aveva il governo di Sardia. chiamò a sè Conone sotto colore di volerlo incaricare di rilevante commissione appresso del re. Al quale avviso ubbidendo, v’andò, e fu posto in prigione; ove stette per qualche tempo. Alcuni hanno lasciato scritto ch’egli rosse di là al re condotto, ed ivi perisse. Dinone al contrario, al quale più che ad ogni altro storico noi crediamo circa le cose persiane, scriva che se ne fuggi, lasciando però in dubbio, se ciò seguisse col consentimento di Teribazo, o senza sua saputa. DIONE. I Dione è parente dei Monisti, e In particolar modo intimo amico ed anche ambasciatore del maggiore. — Il Ottiene da lui di far venire Platone. Sperando la divisione del regno, — 111. disgusta Dionisio il minore: ottiene ciò non ostante il ritorno di Platone; ai quale si mette in opposizione Filisi) — IV. Dione i deportato a Corinto, la sua moglie è data ad altri, il figlio corrotto. — V. impadronitosi di Siracusa, costringe il tiranno a venire a patti. — VI. E contristalo dalla morte del figlio. Si fa nemico il popolo coll’uccisione d’Eraclide. — VII. Iliconciliandosi i soldati colle elargizioni, perde gli ottimati; gli giunge all’orecchio che non si sarebbe per tollerare un tiranno. — Vili. Ingannato dall’insidie e dallo spergiuro di Callicrate, — IX. viene ucciso nella propria casa. — X. Si fa tumulto e strage: alla morte di Dione tien die tro il dolore della sua perdita. I. Dione, figliuolo d’Ipparino, nobile siracusano, si trovò inviluppato ueH’una e nell’altra tirannia dei Dionisii. Im¬