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II. TPMI8Tori.lt. . , anche per tempo di poi più feroce. Imperciocché Ir fusioni de’ magistrati dando fondo ogni anno al pubblicò denaro, che veniva dalle miniere, egli persuase afnop0i0 che di quel danaro si fabbricasse una flotta di 1(J0 navi' la quale, prestamente allestita primieramente ruppe i Corfiotti; indi, inseguendo i corsari, rendette il mare sicuro. E in questa guisa accrebbe le ricchezze degli Ateniesi, e li fece pratichissimi della guerra marittima. — Quanto cifl abbia giovato alla Grecia tutta , si conobbe nella guerra persiana. Movendo Serse la g-uerra a tutta quanta l’Europa e per terra e per mare, con tante truppe la invase, quante nè pria, nè poi mai, non ebbe niuno. Imperocché la sua armata navale fu compoBta di 12iiO navi lunghe, con cui venivan dietro 2000 da carico Le armate terrestri poi furono di 700,000 fanti e 400,000 cavalli. Della cui venuta essendo sparsa voce nella Grecia e dicendosi che specialmente gli Ateniesi eran presi di mira a cagione della battaglia di Maratona, questi spedirono in Delfo a consultare, come avessero a provvedere a’ casi loro. La Pizia alla loro inchiesta rispose che si fortificassero con mura di legno. Non trovandosi persona che capisse il senso di questa risposta, Temistocle persuase il consiglio d’Apolline essere che alle navi raccomandassero sé e le cose loro; poiché questo era il muro di legno inteso dal Dio. Approvato tal consiglio, alle navi che già avevano, aggiungono altrettanti triremi, e tutti i loro mobili trasportano parte a Salamina, parte a Tre- zena. Affidano in mano de’ sacerdoti, e di pochi de’ più vecchi la rocca e l’esercizio delle cose sacre: e il rimanente della città lasciano in abbandono. III. Alla maggior parte della città non piaceva questo partito, e avrebbero piuttosto voluto combattere per terra. Per tanto fu mandata truppa scelta, sotto la condotta di Leonida re degli Spartani, ad occupar le Termopili, ed impedire a’ barbari lo avanzarsi. La qual truppa non potendo sostenere la forza nemica, tutta quivi mori. Ma la flotta comune della Grecia di 300 navi, fra le quali 200 degli Ateniesi, appresso Artemisio, tra Eubea e terra ferma, cominciò ad azzuffarsi colle navi del re. imperciocché a Temistocle premeva di scegliere luoghi stretti per non essere preso di mezzo dalla moltitudine de’ nemici. Benché la lòrtuna di questo combattimento fosse stata uguale per una parte e per l’altra, pure i Greci non si arrischiarono ili fermarsi nel medesimo luogo; perciocché v’era pericolo, che se una parte delle navi nemiche fosse passata di sopra Eubea, non si trovassero i nemici da duo fianchi. Questo fu cagione che si partirono da Artemisio, e disposero l’armata loro appresso Sala- mina dirimpetto ad Atene.