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32 | Stella mattutina | :: |
verso Natale: per via de’ carretti che i rivenditori ambulanti di frutta spingono in giro, con certi richiami ritmici che a lei dànno un senso di rigogliose campagne lontane, mai vedute e pur ricordate.
Nei mesi d’estate il solleone scalcina i muri, e li rende così abbaglianti che a fissarli vien sonno: tende gialle e rosse s’abbassano sulle vetrine dei negozi: il nastro di cielo che s’allunga fra le due linee parallele dei tetti è una lamina di metallo rovente. Dolce è non far niente, accucciati sulle pietre che scottano, fiutando pesanti sentori e respirando il caldo.
Ma ciò che la bambina non riesce a spiegarsi è come mai, nel febbraio e nel marzo, specie dopo qualche acquata, l’aria sappia di violette. Non ci sono, nella via, negozi di fiorai: pure, l’aria sa di violette. Dirà alla mamma, quando sarà tornata dalla fabbrica: — Domenica, vuoi che andiamo per viole?... —
Oh, sì, si trovano, ella lo sa, fuori porta: occhieggianti nei prati a solatìo, su le prode ancor scure. Ma quel profumo nell’aria le è