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strali, a guardia di tombe che una sola creatura conosce. Altre ed altre strade, gravi di storici nomi, Gaffurio, Fissiraga, Porta Reale, mostran file di palazzi che sembrano, da secoli, deserti: e non v’è sagoma di pietra o chioma d’orto spiovente da un muro o singolarità di luci e d’ombre che non sia già, per la fanciulla, vita nella vita.

Nei chiassuoli, nei vicoli si soffermano gli organetti di Barberia, chiamando ragazzine e monelli sugli usci, con stonate arie di danza. Ella resta immobile, sulle cantonate, ad ascoltare quelle melodie che paion zampillar dai sassi, e dal cuor della plebe; e quando l’organetto se ne va, lo segue, a qualche passo dalla ragazzaglia; e vorrebbe andargli dietro, chi sa dove, per il mondo.

Corso Adda, con le sue botteghe così festose, simili a scoppi di risa, fra squillanti colori e gioia di popolo scende alla gioia del fiume; ed ella non vide mai altro fiume; ma è certa che questo è il più bello — perchè è il suo.

E pur bisogna lasciare questi beni.

Per quale altro bene?... Per un posto di