Pagina:Neera - Una giovinezza del secolo XIX.djvu/236

210 Una giovinezza del secolo XIX


non compresi allora la psicologia ironica e profonda che spezza nel punto culminante quel libro unico al mondo. Ma già la verga magica della rivelazione aveva percosso la roccia chiusa; più tardi, molto tardi al solito, quando da vent’anni non leggevo più il Viaggio sentimentale, lo ritrovai in certe attitudini del mio spirito, in certi modi di contemplare la vita: ciò senza mancare di fede alla mia appassionata ammirazione per Foscolo e per Byron, e leggendo pure con interesse la Bibbia, il dizionario delle Favole mitologiche e i versi di Guadagnoli. Eccomi assai lontana dai classici e priva di orientamento, in mezzo a letture disparate.

Continuavo a scrivere, perchè erano questi i momenti più belli della mia giornata, una valvola per mezzo della quale sfogavo pensieri, desideri, rimpianti; ed era anche una base di conversazione perchè tenevo circolo tutte le sere coi personaggi delle mie novelle, de’ miei romanzi e vivevo insieme ad essi come se fossero persone reali. I piaceri della fantasia hanno sui piaceri del senso questo grande vantaggio di non trovare ostacoli alla libera espansione; la fantasia non conosce limiti nè leggi; il suo dominio oltrepassa lo spazio, stringe in un solo amplesso il passato e l’avvenire, forza i cancelli del regno della Morte. Un risveglio