Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 252 — |
scendomi di sogni celesti.... fu allora che si sparse la voce del suo matrimonio....
Giulia lo interruppe con uno scoppio di pianto, ed egli, che da qualche momento tratteneva a stento le lagrime, le si fece compagno in quello sfogo di dolorose memorie; ma la era una commozione piena di dolcezza perchè le loro mani intrecciate si ricambiavano strette soavi e dagli sguardi castamente velati sfuggivano scintille di voluttà.
Pompeo continuò con passione:
— Io l’ho amata egualmente e sempre.... nè verun altro amore felice mi avrebbe compensato di questo amore senza speranza — ella è la mia vita, nelle sue mani sta il mio destino.... o avventurato come nessun uomo al mondo, o infelice per tutti i giorni che mi restano!
Il volto di Giulia era rigato di lagrime e l’avvocato cedendo a una ispirazione improvvisa esclamò a voce bassa, come chi si confessa di una colpa:
— Signora, io ho un fazzoletto bagnato di altre sue lagrime che i miei baci hanno assorbito....
Chi sa che cosa voleva concludere! — ma Giulia non gliene lasciò il tempo, curiosa di mettere in chiaro la storia del fazzoletto.
Era proprio lui l’ombra misteriosa sotto i pioppi.
Quanta costanza d’amore! Quanta virtù di silenzio!