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La signora Chiara fece un movimento di impazienza. Giulia riprese:
— Furti, arresti, fatto orribile.
— Dica, dica.
— Ieri sera, verso le dieci e mezzo, due carabinieri attirati da uno sparo di revolver nella via dei *** e precisamente entro il viottolo su cui gira l’angolo del palazzo *** trovarono due persone giacenti in un lago di sangue. Uno respirava ancora e fu trasportato nel vicino palazzo dove la contessa Réa *** con un sentimento di filantropia che altamente l’onora prodigò al ferito le più squisite cure — nondimeno spirò quasi subito. Fu riconosciuto per il signor Roberto *** pittore. Oh mio Dio! fece Giulia diventando pallida.
— È quel pittore suo amico?
— Precisamente. Povero Roberto!
— Ma l’altro?
— Vediamo, non è finito.
— L’altra persona che fu raccolta freddo cadavere svelò nei lineamenti perfettissimi del volto che la morte aveva rispettato una nota celebrità del nostro mondo elegante, il signor Olimpio ***.
Giulia non potè finire — un tremito nervoso le serrò le parole in gola e rimase impietrita cogli occhi sul foglio.
Quello fu un gran giorno per la signora Chiara!