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potrei ucciderti come un miserabile — ma voglio metterti in mano un’arme e la giustizia divina giudicherà fra noi due.
— Sei pazzo! borbottò Olimpio.
— Seguimi, o non rispondo di me!
Gli occhi di Roberto gettavano fiamme; insensibilmente aveva trascinato il suo rivale fuori della porta, si trovavano nella via solitaria, debolmente rischiarata da pochi fanali.
— È un duello che cerchi?
— È la tua vita.
— Scusate se è poco! esclamò Olimpio tentando scherzare. Lasciami almeno andare pe’ fatti miei — domani poi avremo tutto l’agio di sbudellarci a vicenda.
— No, la mia vendetta non soffre indugi — e poi non mi fido di un vigliacco.
— Frena le tue parole, pazzo.
— Ah, che non v’è parola abbastanza ignominiosa per il mio disprezzo! S’io la conoscessi vorrei gettartela in volto come uno schiaffo e ti direi ladro, se i ladri non fossero migliori di te!
— Dove sono queste armi? gridò Olimpio il cui sangue cominciava a scaldarsi.
Un viottolo disabitato si apriva sulla via. Roberto ve lo trasse e cavando di tasca una di quelle rivoltelle