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Una lotta angosciosa si impegnò nel suo cuore fra le illusioni svanite e le illusioni nascenti.
Volle persuadersi di avere interpretato male le parole di Réa — di aver dato troppa importanza a un capriccio di donna, a un’emicrania o ad uno stiramento di nervi.
Dopo aver vegliato tutto il giorno come una sentinella ritornò alla sera, e non potendo resistere allo strazio dell’incertezza entrò dal portinajo.
— La signora contessa?
— Non riceve.
— È ammalata?
— No.
— Ha lasciato qualche ordine per me?
— Nessuno.
— Va a teatro questa sera?
— Non lo so.
Roberto si aggrappava all’invetriata del portinajo come un naufrago a un pezzo di legno.
— Aspetta gente?
— Oh, signore — disse l’altro impazientito — questa è una portinaria, non è un confessionale.
L’infelice pittore tornò a passeggiare sull’acciottolato della strada — la speranza era svanita e i dubbii s’erano fatti più cocenti.
Verso le dieci un brougham chiuso si fermò davanti alla porta.