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XXIV.

Il signor Prospero che era andato a Nizza per ristabilirsi tornò indietro peggio di prima.

Appena giunto a Milano dovette mettersi in letto; Giulia lo aveva trovato a mal partito, le sregolatezze del nipote lo affliggevano assai e si lasciò persuadere a sborsargli la somma richiesta col solo patto che non gli comparisse mai più davanti agli occhi.

Olimpio aveva promesso di partire per l’Inghilterra — ma i denari dello zio erano già sfumati chè egli passeggiava ancora per le vie di Milano, fresco e sorridente, scherzando colla sua giannettina.

Il signor Prospero giurò di diseredarlo ma la morte lo sorprese prima che avesse potuto fare testamento — ed Olimpio, unico erede, raccolse un centinajo di mila lire che gli tornarono proprio a cappello.

Ordinò splendidi funerali, prese il lutto, e quindici giorni dopo lo si vide sul Corso biondo e pallido nel