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L’avvocato rispose con malinconica rassegnazione:

— Tutte le teorie che si spacciano su questo argomento, le massime dei filosofi, i ragionamenti dei pensatori, le divagazioni dei poeti e i pietosi aforismi delle anime buone (guardò Giulia, ed ella chinò gli occhi) non si riducono alla fine che all’eterno dilemma: Essere o non essere felici — o se più le piace — sentirsi, che è poi lo stesso; perchè se la felicità degli altri non ci rende felici, per noi cessa di essere felicità.

Giulia non rispose; ma nel suo cervello mulinava un ripicco che lo costringesse a spiegarsi meglio.

Intanto la ruota della carrozza passando sopra un sasso diede una così forte scossa a tutta la macchina che Giulia balzò addosso all’avvocato, restando per un minuto secondo col volto appoggiato al di lui volto.

L’incidente era di quelli che fanno ridere, ma nessuno dei due rise; al contrario, Pompeo si turbò visibilmente e Giulia si nascose col lembo del suo mantello.

Il discorso sulla felicità restò anche per questa volta a mezzo.

Ma si erano ravvicinati. Attraverso la flanella che sola li divideva, i loro giovani corpi si rimandavano correnti elettriche; Giulia sentiva crescere il languore