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XXII.

Il caminetto davanti al quale la signora Chiara soleva passare tutti gli inverni, sola, facendo calze per il suo Pompeo, era adesso rallegrato dalla presenza di Giulia.

La poverina non era sempre lieta, bisogna dirlo, ma il suo volto giovanile spirava tanta dolcezza e ne’ suoi grandi occhi malinconici trapelava una mite rassegnazione che commoveva profondamente il cuore sensibile della signora Chiara. Ella sentiva di amarla come una figlia — l’aveva conosciuta piccina — l’aveva vista crescere — l’aveva udita pronunciare il fatale — ed ora che le era dato ritrovarla dopo tante sventure e in mezzo a tanti dolori le sembrava di compiere una missione a volerle bene.

Sotto l’influenza di questa tenera amicizia Giulia si rianimava, come il fiorellino intristito dal gelo che spiega le foglie e riprende vita nel tepido ambiente