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incerta che sorprese moltissimo Giulia, la quale si era sempre immaginata che gli avvocati avessero un organo vocale molto sonoro e rimbombante.

Disse:

— Mi reputo fortunatissimo di poter offrire i miei servigi alla signora, quantunque in una occasione spiacevole. Forse si potrà venire ad un accomodamento?...

L’ultima frase fu pronunciata a voce così fioca, che la signora Chiara alzò la mano sull’orecchio a guisa di tubo acustico. Ma Giulia aveva inteso e rispose prontamente:

— Oh no, non è possibile; al punto in cui siamo la libertà è il maggior regalo ch’io possa fare a mio marito ed egli a me la pace. Le sarò immensamente grata se vorrà aiutarmi in questa spinosa faccenda e farmene uscire col minor rumore che si potrà.

— Ella ha senza dubbio tutte le carte in regola? domandò l’avvocato, sempre accanto all’uscio.

— Dio mio, non troppo. Converrà provvedere....

Là signora Chiara interruppe:

— Provvederemo, provvederemo tutto. L’importante per ora è che questa povera fanciulla abbia la sua camera libera, il suo letticciuolo — c’è anche il pianoforte sa? Ah! sarà soddisfatta certamente; venga, venga a vedere. Pompeo, mi dai la chiave?